lunedì 28 novembre 2011

L'è tre da Iwo Jima.

Saldi di gioia. Sono quelli che ha fatto tutta la panchina dell'Alpago quando Alessandro Radice ha strappato il biglietto per il viaggio last minute al terzo posto della classifica. Un goal che come una beffarda microcarica detonata all'ultimo istante possibile ha demolito la diga di Assuan eretta dalla difesa del Cornuda, liberando milioni e milioni di metri cubi di gioia incontrollata che dirompente ha travolto tutti: mister, giocatori, pubblico presente. GOAAAAAAL!! Un urlo, un boato, una liberazione, abbracci, baci, gente che scoppia dei mortaretti, qualcuno è stato visto anche sparare in aria con un Kalashnikov.
Sinceramente, non se ne poteva più. La partita, già di per se di cartello, era stata caricata come una briscola dall'incredibile tonfo di tutte e tre le prime della classe colpite da una sorta di venerdì nero: Allblacks che vede festeggiare il Bribano, Caerano che cede all'Ardita, pareggio tra Postioma e Monticano ed inaspettato tonfo casalingo della capolista Vicinalis con il Domegge (tra l'altro appena regolata dall'Alpago nel lunedì di coppa). La sensazione nello spogliatoio era quella da colpaccio, rigore da non fallire specie dopo il rocambolesco pareggio (due autogoal nei due minuti finali quando si vinceva per 3-1) rimediato nella trasferta con la paripunti Ardita. Detto fatto, l'Alpago cerca di controllare la partita, il Cornuda si chiude e riparte in contropiede, lancio lungo per un laterale che si sgancia, rimorchio o tiro. Sempre quello, sempre fatto bene, al punto che come al solito dopo i goals sbagliati dall'Alpago è il Cornuda che si porta in vantaggio. L'Alpago incassa il colpo senza battere ciglio e riprende a danzare sul ring. "Dance like a butterfly, sting like a bee", danza come una farfalla e pungi come un ape diceva Mohamed Ali. E allora Bzzz, Bomber Soccal dichiara palla 4 in buca d'angolo, si fa sponda da solo col palo e riporta la partita in parità. Manca un minuto alla fine del primo tempo quando l'imprevisto si materializza: De Col e Fabio Soccal giocano a bandierina con il pallone in mezzo, prendila te che non la prendo io, gli ospiti ne approfittano per l'1-2. Gelo.
La strigliata di Mister Aleksic copre persino le frequenze di RadioMaria, il secondo tempo deve essere nosto, concreti sotto porta ragazzi, concreti. Pronti via, testa bassa, corsa e tiri in porta. Ad un certo punto la porta ospite sembra Iwo Jima: piovono bombe da tutte le parti ma non c'è verso di beccare il giapponese trincerato dietro l'estremo difensore avversario. Bum! Gooa...NOOoO!! Ma come l'ha presa? Bum! Gooa..MA NOoOoO! Incredibile. Allora si alza dalla panchina Bomber Soccal, colpetto di gessetto alla punta del piede, palla 4 tra le gambe del portiere. Tutto facile come far la spesa. Ma Iwo Jima resiste. Arrivano i marines, traccianti da ogni direzione, ma il giapponese se ne sta li, pacifico, tanto Bordignon (sceso dalla serie B) para tutto. Bum! Bum! Rattttatttaattaa! Bum! E il giapponese sogghigna. Quanto manca? Cinque minuti. Bum! E il giapponese beve il sake. Quanto manca? Tre minuti! Bum! E il giapponese si spignatta un po di riso. Quanto manca? Un minuto. Bum! E il giapponese si mette comodo in kimono. Quanto manca? E' finita. Il giapponese non aspetta l'ultimo bum, è già sulla stuoia che se la sonnecchia tranquillo.
"It Ain't Over 'til It's Over" si dice, non è finita finchè non è finita. Dalle retrovie del fronte Fabio Soccal va, si arrampica sul pendio dell'isolotto del pacifico, supera i nidi di mitragliatrici, salta le casematte, è oltre le trincee, eccolo: è davanti al bunker! Sgancia la bomba, sganciaalaaa!! Colpo di scena signori, l'attacco sul fronte destro di Soccal era solo un diversivo: behind enemy lines s'è infiltrato il genio sabotatori, nessuna bomba: palla in mezzo di Soccal e lì, sul secondo palo, bello come il sole, c'è il sergente di ferro Radice che piazza la sua microcarica.. e al PalaMares viene giù tutto. 3-2. C'era un cinese in coma: ma il giapponese ora non se la passa meglio.

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